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Trump sente Netanyahu, Hamas accusa Israele

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Il presidente Trump dovrebbe parlare in giornata con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. All’ordine del giorno del colloquio, “il cessate il fuoco e l’accordo sugli ostaggi a Gaza, e i colloqui sul nucleare con l’Iran, secondo due fonti a conoscenza della questione”.A scriverlo su X è Barak Ravid, corrispondente da Washington di Axios.

“La telefonata è prevista in un momento di stallo nei negoziati sull’accordo sugli ostaggi – sottolinea Ravid sul social – dopo che la scorsa settimana è fallito un altro tentativo da parte degli Stati Uniti e dell’Egitto di raggiungere una proposta di compromesso accettabile per entrambe le parti. Gli Stati Uniti sono ansiosi di fare un altro tentativo questa settimana per raggiungere una svolta. Il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdul Rahman al-Thani arriverà a Washington domani per colloqui con il Segretario di Stato Rubio e l’inviato della Casa Bianca Witkoff”.

Il giornalista ricorda nel suo post che “questa sarà la prima telefonata tra Trump e Netanyahu dal loro incontro alla Casa Bianca due settimane fa, durante il quale Trump ha annunciato l’inizio dei negoziati con l’Iran e ha chiarito a Netanyahu che si oppone a un attacco all’Iran in questo momento. La chiamata prevista avrà luogo due giorni dopo il secondo round di negoziati tra Iran e Stati Uniti sull’accordo nucleare che si è svolto a Roma sabato. La Casa Bianca e l’ufficio del Primo Ministro non hanno commentato la telefonata programmata”.

Idf: “Obiettivo offensiva a Gaza è riportare a casa ostaggi”

Il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Ids), Efi Defrain, ha dichiarato che l’obiettivo dell’offensiva militare in corso nella Striscia di Gaza è “riportare a casa gli ostaggi e smantellare il regime di Hamas“. Si tratta di una risposta indiretta al ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che aveva affermato che la liberazione degli ostaggi “non è la cosa più importante”.

“Voglio chiarire che lo scopo dell’operazione è aumentare la pressione su Hamas affinché gli ostaggi tornino a casa e si realizzi il crollo del regime di Hamas, del suo braccio armato, delle milizie e del governo di Gaza”, ha affermato Defrain da Morag, corridoio che separa Rafah da Khan Yunis. “Gli ostaggi sono sempre al centro della nostra attenzione. È un obiettivo prioritario per noi. Ogni soldato, dal comandante all’ultimo militare, lo sa”, ha ribadito.

Defrain ha sottolineato che l’esercito è presente sia nel nord che nel sud della Striscia e che “sta colpendo l’infrastruttura di Hamas, sia in superficie che nel sottosuolo”, e continuerà a farlo “con costanza e frequenza”. “Hamas è sotto pressione. Lo inseguiremo ovunque si trovi, anche fuori da Gaza. Non ci fermeremo finché non riporteremo a casa tutti i nostri ostaggi, vivi o morti”, ha aggiunto.

Ambasciatore Usa in Israele: “Hamas firmi intesa per permettere ingresso aiuti a Gaza”

L’ambasciatore statunitense in Israele, Mike Huckabee, ha rivolto un appello diretto ad Hamas affinché accetti un accordo che preveda la liberazione degli ostaggi in cambio dell’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. “Chiediamo ad Hamas di firmare un’intesa affinché gli aiuti possano raggiungere chi ne ha disperatamente bisogno”, ha dichiarato in un videomessaggio pubblicato su X.

La dichiarazione segue un incontro con un coordinatore regionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che avrebbe chiesto agli Stati Uniti di fare pressione su Israele per facilitare l’accesso agli aiuti. Huckabee ha però ribadito che la responsabilità principale ricade su Hamas: “La pressione deve andare dove serve davvero. Solo con la liberazione degli ostaggi potremo garantire un flusso libero e costante di aiuti umanitari”.

Hamas accusa Israele: “Esecuzioni sommarie dei paramedici”

L’agenzia per la difesa civile di Gaza ha intanto accusato l’esercito israeliano di aver condotto “esecuzioni sommarie” con l’attacco del mese scorso, quando ha condotto i raid nei quali sono stati uccisi 15 operatori sanitari. “I video girati da uno dei paramedici dimostra che la narrativa dell’occupante israeliano è falso e che sono state condotte esecuzioni sommarie”, ha denunciato all’Afp Mohammed Al-Mughair, funzionario della difesa civile della Striscia, accusando Israele di cercare di “aggirare” gli obblighi previsti dal diritto internazionale.

I raid israeliani risalgono al 23 marzo scorso, cinque giorni dopo la ripresa dell’offensiva israeliana contro Gaza: tra le 15 vittime, colpite ‘deliberatamente’ da Israele secondo le accuse, c’erano otto membri dello staff della Croce rossa, sei dell’agenzia di difesa civile di Gaza e uno dell’Unrwa. Il rapporto diffuso ieri da Israele dopo l’indagine condotta dall’esercito sostiene che “non ci siano prove per sostenere l’accusa di esecuzione o di attacco indiscriminato” da parte dei soldati, pur ammettendo “un errore operativo” che ha portato al licenziamento di un comandante.

7 ottobre, Netanyahu contro capo Shin Bet

“La dichiarazione giurata di Ronen Bar è piena di bugie e rivela i suoi fallimenti”. Questa intanto l’accusa rilanciata dal premier israeliano Benjamin Netanyahu in una nota rilanciata dal suo ufficio, nella quale si afferma che il capo dello Shin Bet ha “fallito miseramente” quando Hamas ha attaccato Israele.

“Bar conferma la valutazione di tutti i ministri del governo, secondo cui ha fallito miseramente il 7 ottobre. Questa sola ragione giustifica la fine del suo mandato”, si legge nella lunga risposta di Netanyahu, dopo che Bar ha depositato una dichiarazione giurata contenente accuse di lunga data contro il premier.

Smotrich: “Distruggere Hamas è più importante che riportare ostaggi”

Distruggere Hamas è più importante che riportare a casa gli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich parlando alla radio dell’esercito e affermando che l’obiettivo principale della guerra non è trarre in salvo gli ostaggi. Il ritorno degli ostaggi ”è, ovviamente, un obiettivo molto, molto, molto importante, ma chiunque voglia distruggere Hamas e impedire la possibilità di un altro 7 ottobre deve capire che non può esserci una situazione a Gaza in cui Hamas rimanga presente e intatta”, ha affermato Smotrich.

“Prendiamo la decisione di porre fine a Gaza una volta per tutte, costruiamo un rapporto di fiducia con la gente e dimostriamo che stiamo raggiungendo l’obiettivo e distruggendo Hamas”, ha dichiarato il ministro. “Le scuse sono finite. Non c’è nessun Biden, nessun Blinken, nessun Gallant, nessun capo di Stato maggiore che si frapponga al blocco degli aiuti umanitari: non ci sono scuse, e dico al primo ministro: non c’è tempo per le chiacchiere. L’alternativa alla resa è conquistare il territorio della Striscia e distruggere Hamas”, ha concluso Smotrich.

Raid Usa su mercato a Sana’a: almeno 12 morti

Sono almeno 12 le persone che sono state uccise e altre 30 quelle che sono state ferite in raid aerei americani condotti nelle prime ore di oggi su Sana’a, capitale dello Yemen. E’ quanto ha reso noto il ministero della Sanità dei ribelli Houthi. L’agenzia di stampa Saba guidata dagli Houthi spiega che i raid aerei condotti ”dal nemico americano” hanno colpito un mercato nel distretto di Farwa.

Attacco israeliano al campo di Bureij: 1 morto e 8 feriti

Un attacco con drone israeliano contro un gruppo di civili nel campo profughi di Bureij, nella zona centrale di Gaza, ha ucciso almeno un palestinese e ne ha feriti altri otto. Lo hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera.

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