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Weekend di sesso finisce in tribunale

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Si era accordata con un 60enne per un weekend da trascorrere a Roma, ma una volta concluso il ‘soggiorno’, il cliente si è dileguato senza più pagarle il compenso pattuito, pari a 5mila euro. La novità del codice Ateco, però, le ha permesso di rivolgersi al giudice di pace che, in forza della fattura emessa per la prestazione, ha potuto emettere un decreto ingiuntivo a carico dell’uomo. E questo è solo uno dei primi effetti della nuova classificazione Ateco implementata dall’Istat. Un adempimento in vigore dal 1° aprile scorso, che riguarda tutte le imprese, inclusi quindi i liberi professionisti, coinvolte nelle rilevazioni statistiche Istat.

Protagonista una 35enne originaria di Napoli, che si è presentata negli uffici di Giustitalia per essere assistita. La donna, separata, con una figlia e senza altre entrate, svolge da qualche anno professionalmente ed in autonomia, su tutto il territorio nazionale, attività di escort ed accompagnatrice. Lo scorso 3 marzo ha ricevuto una richiesta di prestazione da un 60enne romano che chiedeva il servizio di ‘accompagnamento’ con pernotto in un hotel nella Capitale dalla sera di venerdì 14 marzo al pomeriggio di domenica 16 marzo. I due si sono accordavano per un importo di 5mila euro, comprensivi delle spese di trasferta anticipate dalla donna. E il 14 marzo lei è arrivata a Roma, rimanendo a disposizione del cliente per tre giorni consecutivi, come pattuito.

Dopo alcuni giorni, però, non avendo più ricevuto alcun pagamento, la signora ha provato a sollecitare il 60enne chiedendo, come stabilito, la cifra tramite un bonifico bancario. Dapprima lui le ha assicurato che avrebbe effettuato il pagamento quanto prima, poi però è sparito non rispondendo neanche più alle telefonate.

Il nuovo codice Ateco, denominato ‘servizi di incontro ed eventi simili’, entrato ufficialmente in vigore il 1 aprile 2025, ha consentito l’apertura di partite Iva anche alle lavoratrici del sesso, consentendo loro di mettersi in regola e poter agire giudizialmente per il pagamento delle prestazioni erogate.

La donna si è quindi al giudice di pace di Roma presentando un ricorso per decreto ingiuntivo, relativo al pagamento della prima fattura fiscale emessa in data 2.4.2025. Ora non resta che attendere per capire come andrà a finire la vicenda.

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