“Il presidente americano ha pubblicato la lista dei nuovi dazi sulle importazioni. Già lo scorso 12 marzo erano stati introdotti dazi del 25% su importazioni di acciaio e alluminio, revocando le precedenti esenzioni per Paesi come Canada, Messico e Unione Europea. Mi è consapevole che le misure rientrano in una politica protezionistica da subito annunciata dall’amministrazione Trump”. Lo sottolinea il presidente di Meritocrazia Italia Walter Mauriello secondo il quale i dazi devono essere l’occasione per l’Europa “per diventare autonoma”.
“Dazi particolarmente onerosi colpiscono il mercato di auto, camion e componentistica prodotte al di fuori degli Usa. L’Italia esporta negli Usa 3,4 miliardi di euro in veicoli (soprattutto di lusso) e 1,3 miliardi in componenti. Non appena avuta l’anticipazione, Ferrari ha già annunciato un rialzo del 10% sui prezzi per le auto ordinate dopo il 2 aprile – continua – Non è salvo neppure il settore del vino e dell’agroalimentare; sono a rischio 1,9 miliardi di euro di esportazioni italiane verso gli Usa. Olio, pasta, formaggi e salumi potrebbero subire aumenti tariffari, in un momento di boom delle vendite (+17% nel 2023). Anche il settore farmaceutico potrebbe subire negative ripercussioni considerando che l’Italia esporta 8 miliardi di euro in prodotti farmaceutici verso gli Usa, con il 90% degli investimenti esteri delle aziende italiane concentrati oltreoceano”.
“Si prevede una riduzione delle esportazioni europee – sottolinea Mauriello – Principali interessate sono Italia e Germania, che rappresentano quasi la metà delle esportazioni Ue verso gli Usa. Di contro, i dazi aumenteranno l’inflazione dal momento che i prezzi per i consumatori statunitensi saliranno, riducendo la domanda e le quantità esportate. La Bce stima che i dazi Usa potrebbero ridurre la crescita dell’area euro di 0,3 punti percentuali, con ripercussioni sul pil italiano. Si grida troppo presto alla crisi, eppure, covid e guerre ci avrebbero dovuto indurre ad un maggiore pragmatismo”. Secondo Meritocrazia Italia “i dazi sono una sfida nella sfida che l’Europa dovrebbe cogliere per implementare la cooperazione interna e per valorizzare il made in Europe”.
“Cibo, natura, sport, prodotti industriali in Europa ed alla Europa non manca nulla per evitare crisi perenni – continua – Accettiamo questa sfida con visione cerchiamo di cambiare lo stile di vita rendiamoci conto che la rincorsa alle risorse energetiche al miglior Pil alla migliore performance mondiale conduce solo a crisi dopo crisi. Mi vorrebbe che i leader europei dettassero l’agenda del nuovo mondo: meno ricorsa al miglior agio e più consapevolezza che si vive bene con poco”.
“Una ondata di realismo che cambierebbe lo scenario economico mondiale – prosegue Meritocrazia Italia – In questo clima di incertezza, Meritocrazia Italia incoraggia a non innescare guerre commerciali che si allargherebbero con conseguenze inimmaginabili e invoca un’azione prudente che punti a: valorizzazione del brand made in Italy, anche con la creazione di un apposito marchio o slogan, al fine di evidenziare che la storia, la tradizione e le competenze umane italiane sono un capitale unico al mondo. Il marchio potrebbe servire a combattere l’italian sounding (cioè, l’uso di parole, immagini, combinazioni cromatiche, riferimenti geografici, marchi evocativi dell’Italia per promuovere e commercializzare prodotti che in realtà non sono made in Italy) che vale 120 miliardi di euro; sostenere e favorire la creazione di ‘reti di imprese’ e le filiere che, attraverso l’innovazione tecnologica, possano migliorare la personalizzazione dell’offerta e rispondere rapidamente alle tendenze globali, rafforzando la presenza del made in Italy sui mercati esteri”.
Ancora invita a: “Creare all’interno delle case del made in Italy, dislocate in tutta Italia, un ‘Centro di progettazione per l’export’ per programmare azioni congiunte e coinvolgere le imprese di tutte le dimensioni con il supporto di export manager qualificati” e “ricercare nuovi mercati valorizzando al meglio il piano Mattei per l’Africa e l’accordo commerciale Ue-Mercosur con, alla base, il principio di collaborazione reciproca con le imprese estere”.