“Come può L’Aquila presentarsi
alla conferenza di Kobe come modello di gestione dell’emergenza
e rigenerazione urbana, quando a sedici anni dal sisma migliaia
di studenti frequentano ancora Musp o edifici scolastici con
basse condizioni di sicurezza?”. A chiederselo, in una nota
congiunta, sono il Comitato Scuole Sicure L’Aquila e la
‘Commissione Oltre il Musp’, commentando la partecipazione della
delegazione aquilana alla Global Conference of Disaster Risk
Reduction and Regeneration of Cities in corso in Giappone, in
occasione del trentennale del terremoto di Kobe.
“Pur riconoscendo l’importanza dell’evento – prosegue la nota
– contestiamo la narrazione istituzionale che descrive L’Aquila
come esempio di rigenerazione. Parlare di innovazione,
formazione, cultura e turismo, senza affrontare il nodo della
sicurezza scolastica, è fuorviante. Non c’è vera rinascita se si
ignorano le condizioni in cui studiano i nostri ragazzi”.
Le due realtà civiche evidenziano come l’adesione alla Kobe
Global Conference Declaration debba tradursi in “azioni concrete
sul territorio”, sollecitando un piano di superamento dei moduli
provvisori scolastici e interventi strutturali sulle scuole
esistenti. “La resilienza – sottolineano – non si costruisce a
colpi di conferenze, ma con scelte quotidiane che garantiscano
edifici sicuri e duraturi”.
Infine, il Comitato e la Commissione auspicano che il sindaco
dell’Aquila, in visita in Giappone, “abbia fatto proprie le
buone pratiche giapponesi, in particolare quelle mirate a
sensibilizzare i più giovani sul rischio sismico. Solo allora si
potrà parlare, forse, di modello aquilano. Altrimenti, la tanto
evocata consapevolezza del rischio rischia di suonare come una
battuta di cattivo gusto”.
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